Questo è stato il primo compleanno al difuori dall’italia.
Credo sia un buon inizio.
So che esistono problemi molto più seri di quello di cui sto
per parlarvi, ma al mondo esistono anche le formiche e le pulci, non solo gli
elefanti e le megattere, pace se ne facciano tutti, è andata in questo modo.
Vorrei dedicare questo compleanno a loro tre, che in questi giorni mi hanno
accompagnato fino alla fine, dando per la mia soddisfazione la cosa più
preziosa che nella loro vita possedevano, cioè la vita.
Amo creder che il primo di loro abbia visto la luce immerso
in un silenzio grigio, si sia guardato attorno con piccoli occhi ciechi e abbia
lentamente cercato di sollevarsi da terra quel tanto che basta per raggiungere
un bitorzolo invitante da cui succhiare il latte, poco più in alto di lui. Mesi
fa, poco dopo che quel grumo di cellule che lo compongono ora si guardassero le
une le altre dicendosi “Ci siamo tutte?”, la certezza di dove sarebbe stato
quel capezzolo e di come si dovesse usare si era accesa come una lampadina, e
così una volta venuti al mondo arrivarci era semplice e naturale come rientrare
a casa dopo una giornata di lavoro in ufficio.
Poi lentamente si sono trascinati li gli altri, alla spicciolata, fino
all’ultimo,che per arrivare ai piani superiori si è dovuto arrampicare sopra
quel tiepido pavimento rosa, e da quel soppalco lassù ha iniziato subito a
capire che significa”gli ultimi saranno i primi”. Lui è Timmy.
Il secondo amo credere invece sia stato accolto da un modo
pieno di rumori,di rumori ma cosa molto più importante di odori. Odori di erba
fresca messa a seccare, di attrezzi usati in legno, di caldo e profumato sterco
marrone e di terra resa asciutta dal freddo. A lui li odori da subito avevano
comunicato tanto e lui è Jimmy.
Il terzo invece non ne voleva sapere di tutta quella inutile
gincana e ha faticato assai a seguire gli altri. Non si conoscevano con Timmy
si sono solo incontrati molto più tardi, con un sorriso beato e sognante
salutandosi per poi non rivedersi mai più. Lui è Tommy.
Ora, non so se ci sia poi tutto questo grande da fare nella
vita di un maialetto, a parte i compiti dico. Non credo pergiunta che i nuovi
nati siano oggetto di tutti gli studi comparativi caso-controllo che
consigliano vari tipi di latte antistipsi o antireflusso, studiano il rapporto
tra il parto vaginale podalico vs cesareo e i disturbi dell’apprendimento,
analizzano il peso e la quantità di emoglobina residua nella placenta dopo
lothus birth e lo comparano con l’attitudine a sviluppare dipendenza dalla
psilocibina; voglio dire che i maialetti almeno loro hanno una vita più
tranquilla e il loro futuro per breve che gli umani decidano possa essere è in
un certo senso (ma solo in un certo senso)più semplice. E naturalmente più
roseo.
I giorni saranno passati con visibili differenze tra i tre,
specie Jimmy dico, avezzo alla vita rurale e autentica. Il viaggio dalla
fattoria al luogo dove sono cominciati tutti gli esami del sangue e dove ha
incontrato anche Tommy e Timmy, il viaggio cui lui e tutti i suoi fratelli sono
stati costretti deve essere stato per Teddy come una sorta di cataclisma.Tommy
e Timmy invece, secondo me, quello che sarebbe successo se lo aspettavano già.
I controlli
veterinari si sono conclusi rapidamente, una scienza nata per curare gli
animali si mette poi al servizio del loro sterminio è a prima vista un
aberrazione, ma siete sicuri che esista una scienza immune da queste
deviazioni? Gli stessi raggi X inventati con un certo fine, non sono sempre
figli della stessa scienza che ha reso possibili le bombe termobariche? E la
virologia, così perfetta ed ipertecnologica nel dosaggio di anticorpi e nel
titolare anche minime tracce di HIV-RNA nelle sacche da trasfusioni, non ha
sempre lei aiutato nel produrre armi batteriologiche per importare la
democrazia? In ogni caso i controlli sono andati bene, e per senso che possa
avere la frase, Timmy, Jimmy e Tommy sono sani.
Come pesci.
Immagino il momento del gas. La paura folle di
quell’ambiente pulito e asettico, impossibile da essere subito sporcato dagli
sfinteri che si aprono e si contraggono disperatamente,ma senza permettere
fuoriuscita di feci a causa della terribile diarrea che ha colto tutti due
giorni fa. Quella roba nel mangiare, serviva solo per “lavare”. Con le anse
intestinali distese da feci e gas la laparoscopia è infinitamete più difficile
da farsi. L’ultimo grido di terrore e poi quel sorriso stolido del gas,
ipnoinducenti e curari, poi quel tubo cacciato giù in trachea e via sul tavolo:
Francesco quante nefrectomie hai fatto tu da primo operatore?
Timmy mi è morto sotto i ferri, dopo che gli ho tolto per
esercizio un rene, ho resecato un ansa per un anastomosi intestinale
intracorporea e gli ho tolto la milza per metterla in un sacchetto, sempre per
esercizio. Gli altri hanno resistito, ma alla fine una puntura gli ha tolto la
vita. Sono qui a raccontarvi quel poco che so della loro vita e se tutti voi
che mi avete fatto un augurio per il mio compleanno me ne volete fare uno
sincero e profondo, auguratemi che quei tre piccoli porcellini non siano morti
invano, e che io moderno lupo Ezechiele sappia rendere grazie al loro immenso
sacrificio. Auguratemi che dalla loro morte possano rinascere altre vite e che
ciò che ho appreso possa io efficacemente metterlo a servizio dei bambini che
un giorno verranno ad incontrare tristi la mia strada.